DAI BEATLES A ZOOM. MARIA ORSOLA, 50 ANNI DI VITA (E DI SANTITA’ ORDINARIA, CRESCIUTA CON LA COMUNITA’)
50° Anniversario della morte di Maria Orsola Bussone, Venerabile
1970 | 10 luglio | 2020
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Due appuntamenti a VALLO TORINESE, domenica 12 luglio 2020.
Celebrazione liturgica nella Chiesa parrocchiale alle ore 10.30.
Testimonianze Analisi Percorsi di futuro” Comunità da generare e rigenerare. Con maria Orsola, fare della propria vita un dono”, domenica 12 luglio alle ore 15,30 al Centro parrocchiale di Vallo (via Card. Pellegrino) e in diretta streaming YouTube https://youtu.be/o0- QEqfJ88U
Cinquant’anni fa, il 10 luglio 1970, si interrompeva l’esistenza terrena di Maria Orsola Bussone, oggi Venerabile. Un banale incidente a Cà Savio di Venezia, al termine di una giornata al mare in un campo scuola con la parrocchia. Sono passati cinque decenni, nei quali la sua figura è stata viva, studiata e approfondita nel corso del Processo di Beatificazione, presa come modello, conosciuta oltre i confini, in tutto il mondo. Una ragazza di Vallo, nata il 2 ottobre 1954, che scopre a 12 anni la bellezza della vita del Vangelo. Niente di straordinario, tutto estremamente ordinario. Nessuna astrattezza, contemplazione, visione mistica o stigmate. Maria Orsola, con le amiche e gli amici di Vallo, scopre in quel Libro da vivere un senso per la sua esistenza. Che si snoda tra scuola, famiglia, divertimento al mare e montagna, complesso musicale. Il tutto negli anni dei Beatles e delle “messe beat”, delle trasformazioni sociali e dei movimenti studenteschi. In quel contesto – descritto nel libro “Evviva la vita. La corsa verso il cielo di una ragazza del ’68”, scritto da Gianni Bianco per San Paolo – si snoda la vita luminosa della ragazza di Vallo. Mai da sola nella “corsa”, in cordata.
Cinquant’anni dopo ci sono il covid, Zoom, la voglia di uscire e ripartire. Nei cinque decenni dal 1970 a oggi, la figura di Maria Orsola Bussone è stata viva, vive oggi. Come allora, in chi sceglie di condividere, generare comunità, di non essere da soli nel percorso e di ricominciare insieme quando si sbaglia e si cade. La Spiritualità dell’Unità e il legame con la parrocchia, la “Chiesa-comunione”, la modernità del post-Vaticano II, colpiscono Maria Orsola (sin dal 1967) e proprio nella dimensione parrocchiale si articola il suo viaggio. A scuola e con le amiche “Normalissimo – come ripete da cinquant’anni mons. Vincenzo Chiarle, parroco di Vallo – Un percorso fatto nella parrocchia, come pochissime altre avventure di santità. È una dimensione di santità comunitaria la sua, unica in Italia e forse nel mondo, che è un grande dono per la Diocesi di Torino. Maria Orsola ha conosciuto la spiritualità del Movimento dei Focolari, vi aveva creduto fino in fondo, con entusiasmo e impegno, bruciando le tappe di una maturazione e crescita cristiana che oggi è un modello imitabile”. “La sua vita – aggiunge il parroco di Vallo – compendiava i frutti prodotti dall’incontro della Chiesa gerarchica, per lei la parrocchia, e i doni carismatici, quelli del Movimento dei Focolari. Un patto modernissimo, decisivo per la chiesa che si trasforma”. E tutto questo ha fatto di lei una ragazza speciale? «Sì – afferma la postulatrice della Causa di Canonizzazione, suor Maria Caterina Einaudi – perché fin dall’inizio, dopo la sua morte, c’è stata fama di santità. E la santità non si inventa, la crea solo Dio”.
La vita di Maria Orsola Bussone divenne negli anni esempio per tanti, in Italia e all’estero, come ricorderà proprio a Vallo nel 1993 l’Arcivescovo di Praga Miloslav Vlk, come pure i vescovi di Taipei e Baghdad. Ma soprattutto un esempio per la gente comune (300mila persone passate a Vallo, paese di 750 abitanti, dal 1967 a oggi), e per i ragazzi che si sono preparati ai sacramenti in incontri e campiscuola sull’esempio e sugli scritti di una sedicenne che papa Giovanni Paolo II il 3 settembre 1988, allo stadio di Torino, additò a sessantamila giovani come modello: “accettò di fare della sua vita un dono”. La causa di beatificazione ha portato il 18 marzo 2015 alla promulgazione da parte della Congregazione delle Cause dei Santi del “Decretum super virtutibus”, la venerabilità per virtù vissute “in modo eroico, in una vita ordinaria ed imitabile”. La corsa di Maria Orsola non finì con la tragedia di Cà Savio, 50 anni fa. Lo sintetizzò bene il cardinal Severino Poletto nel 2004 nella messa per la traslazione della salma nella chiesa parrocchiale: “Pur essendo attorno a una bara, qui non c’è la morte, ma il trionfo della vita!”.
Quella di domenica 12 luglio 2020 a Vallo, non sarà una commemorazione. Maria Orsola vive oggi in tanti giovani e non solo. A partire dalle 15,30 diretta streaming YouTube all’indirizzo https://youtu.be/o0-QEqfJ88U . L’evento al centro parrocchiale di Vallo; nella scaletta del pomeriggio di domenica, filmati, interviste – anche ai genitori di Maria Orsola, Luigina e Umberto – testimonianze dall’Italia e dall’estero e la partecipazione in diretta da Loppiano dei complessi internazionali Gen Rosso e Gen Verde. Domenica mattina, alle 10,30 nella chiesa parrocchiale di Vallo, la messa nel cinquantesimo anniversario con don Luca Ramello, responsabile della pastorale giovanile della Diocesi di Torino, all’altare insieme a monsignor Vincenzo Chiarle, parroco di Vallo, comunità che dal 1977 al 1984 ha ospitato, al ritiro dalla Diocesi, il Cardinale Michele Pellegrino, tra le più grandi personalità della Chiesa nel Novecento.
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