INFRASTRUTTURE. SENZA AGIRE, UNITA’ A RISCHIO
Antonello Micali, Direttore de Il Risveglio delle Valli di Lanzo e del Canavese, ha voluto ospitare un mio editoriale sul suo settimanale, uscito in edicola il 26 marzo 2020.
Nel pubblicare l’articolo di seguito, ringrazio di cuore Antonello. Non solo per l’importante spazio, ma anche perché è un onore tornare a pubblicare un pezzo sul giornale in cui ho lavorato per dieci anni, sin dal 2002, fino al 2014. Mi sono emozionato. Grazie Anto.
Di seguito, l’articolo.
Lo diciamo da un po’. Se questo Paese non risolve le problematiche infrastrutturali, perde la sua unità. Infrastrutture materiali, ma non solo strade e ferrovie. Il divario digitale – cioè le differenze di accessibilità e velocità nello scambio dei dati tra aree urbane e aree rurali – è un’emergenza vera. Divide chi ha da chi non ha, chi può e chi invece deve desistere. Uncem lo sostiene da almeno dieci anni che su questo fronte serve più intervento dello Stato, forte e preciso, e delle imprese. Il Paese se ne era quasi accorto due anni fa, quando le partite del Campionato di calcio venivano trasmesse solo su piattaforme streaming. E la banda non era disponibile nei territori, campagne, montagne, zone rurali, aree interne.
Torna ad accorgersene oggi, in questa fase così complessa e nella quale smart working ed e-learning sono entrati nel lessico comune. Ordinarie pratiche, ma non per tutti. Non per chi non ha un computer (tanti bambini e ragazzi, purtroppo), non per chi non ha una buona connessione, non per chi ce l’ha ma la banda non è sufficiente proprio a causa delle tante connessioni insieme. Uncem ha chiesto al Governo e ai vertici dei Ministeri competenti di accelerare sul Piano nazionale per la banda ultralarga. Tre miliardi di investimento per un’infrastruttura pubblica nella quale crediamo fortemente (unica in Europa), per ridurre e annullare il digital divide appunto. Oggi il Piano è in ritardo. Non si può fallire. Anche se esistono già sistemi senza fili, wireless, che tutti – imprese, pubbliche amministrazioni, cittadini – possono attivare a costi buoni. Molto spesso non ne sono a conoscenza. Questi fronti di intervento sono necessari per la telefonia mobile – Uncem ha chiesto alle compagnie più investimenti visto che in 1.200 Comuni italiani è complesso telefonare e inviare messaggi – e anche per vedere la televisione.
Senza infrastrutture nuove, questo Paese, ciascuno di noi, non può costruire un moderno sistema di servizi digitali come prevedono diversi piani nazionali e regionali. Senza banda ultralarga per “connetterci” non si possono fare telemedicina e teleassistenza, scuola a distanza, lavoro agile. Ne abbiamo invece tanto bisogno. Come abbiamo urgenza di poter accedere a tutti i servizi on line del sistema privato e pubblico. Dalla banca all’Inps, dall’anagrafe comunale alla Posta. Ci siamo battuti come Uncem – e lo faremo ancora – affinché i gestori dei servizi non smobilitino dai territori, non li abbandonino. Oggi – va saputo – abbiamo in Italia 250 Comuni senza un negozio, 9 solo in Piemonte. Le banche se ne vanno. Non lasciano manco un bancomat. Spianano la strada alle Poste con le quali il “patto” fatto un anno fa con i sindaci consente di avere uffici aperti e nuovi servizi digitali. Ma una cosa importante resta ancora da fare con Poste, con i giornali, con gli editori, con i sindacati e con gli Enti locali: migliorare e potenziare la distribuzione proprio di giornali, riviste, settimanali, quotidiani. Ci vogliamo lavorare affinché anche su questo fronte non esistano divari, nessuno sia penalizzato. Un percorso nuovo che potrà prevedere anche nuovi modelli di intervento sui territori: penso alle cassette postali, ai “locker” di borgata o inseriti in uffici pubblici, bar, negozi. Lo stiamo studiando con Poste. Zero polemiche, ma servizi efficaci. Questa la cruna dell’ago.
Nuovi scenari devono aprirsi. Le aree montane oggi sono al centro di processi diversi dal passato. Non siamo (più) il margine e la periferia dell’impero. Sul fronte dello sviluppo locale, ai pilastri storici del turismo e dell’agricoltura, si uniscono le sfide della green economy e della gestione delle risorse – acqua, foreste, paesaggio… – che custodiamo e ci vedono protagonisti. Una “Piattaforma montagna”, per il nostro presente e il nostro futuro, già contagia la politica nazionale e gli Enti locali, i Comuni. C’è attenzione e ci sono strategie, anche risorse, come hanno confermato i Parlamentari approvando all’unanimità alla Camera quattro mozioni dedicate alla montagna, il 29 gennaio 2020, e come ha detto il Ministro Boccia due giorni dopo convocando a Roma gli Stati generali della Montagna. Con urgenza devono essere attuate la legge nazionale sui piccoli Comuni del 2017, la legge sulla green economy del 2015, la legge sul terzo settore, il codice forestale. Oltre a Piano banda ultralarga e a un nuovo Programma operativo nazionale (Pon) dedicato a montagna e aree interne, che dovrà usare bene le risorse della nuova programmazione europea 2021-2027.
Queste sono le sfide che richiedono preparazione, dirigenti locali e nazionali capaci, politici lungimiranti e Politica forte. Da parte sua, Uncem farà tutto il possibile per far crescere senso delle Istituzioni, appartenenza, coesione e unità. Anche tra territori, montani, rurali, urbani. Sempre in dialogo.
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