LA BATTAGLIA PER I PAESI
“Contro i borghi. Il Belpaese che dimentica i paesi” [da acquistare qui: https://www.donzelli.it/libro/9788855223560] è il libro uscito a giugno 2022 per Donzelli, voluto e curato da Antonio De Rossi, Filippo Barbera, Mimmo Cersosimo – sul quale ho scritto qualche riga. Eccone uno stralcio
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La battaglia per i paesi
di Marco Bussone
La piazza non è molto grande. Quaranta, forse cinquanta metro per lato. Non regolare. Strade che si intersecano, il parco giochi, qualche albero, i parcheggi. È una piazza. Non molto diversa da altre piazze. C’è la chiesa, c’è il bar, ci sono due negozi. Si ferma un’auto nera accanto a un’altra parcheggiata. Guarda e passa. Poi un’altra. Non è un grande traffico. Domani ci sono le “prime comunioni” e lo sanno tutti che ci sarà un po’ di movimento. Qualche forestiero, parenti e amici. Un po’ di movimento. Nel paese si sa che quando c’è qualche festa la piazza diventa piuttosto gremita, affollata. Non è certo un problema.
Piuttosto è un problema quando rimane vuota. Al mattino ad esempio i flussi di persone a piedi o motorizzati sono veramente risibili. Le auto le conti, sai di chi sono. L’uscita da scuola, lì sotto il bar, è quasi un evento. Arrivano tutti. I vigili non ci sono, ma alla fine anche senza, il traffico si scioglie. E così vanno via, uno dietro l’altro, i bambini del paese. Non senza un giro sull’altalena. Quella sì è una festa quotidiana.
Il paese è tanto altro. Ma è anche questo. Semplicità. Come tanti paesi, ci sono con la loro storia e la loro gente. Non ci sono miti e non ci sono eroi. Non lo sono i Sindaci, non lo sono gli abitanti, chi li vive. I Sindaci non sono “eroi” come qualcuno li vuole far passare perché “fanno il titolo”. Sui giornali, naturalmente. Non quelli locali che sanno meglio cosa si fa qui. Fanno il titolo di quel giornale nazionale, quando succede qualcosa, quando devi trovare una “bella storia” dal borgo dove in tanti possono andare a vivere per scappare dalla città. Ecco, proprio questo scappare lo lasciamo al titolo. E punto. Non è già quasi più di moda. Come il “Sindaco-eroe”, appunto. Ci sono frasi e modi di dire, attorno ai borghi, che vengono, vanno e passano. Altro che “veni, vidi, vici”. Qui perdiamo tutti con una serie di espressioni che manco durano una stagione. E quando passano, il paese resta. Con quei Sindaci prima osannati che qualcuno scopre essere normali cittadini, dall’impegno civico spiccato. Si mettono a disposizione per qualche anno, soffrono solitudine e difficoltà, ma sono nella semplicità a disposizione di tutti. E chi non lo è nei paesi? La semplicità è la cifra di un paese che è prima di tutto comunità. Le associazioni, l’Amministrazione, la parrocchia, gli imprenditori, gli esercenti.
Semplicità fa rima con comunità. Ci vivi o ci passi, e tutto sembra così normale e senza sussulti. In un paese poco succede e poco può succedere. Ma qui c’è l’essere paese.
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