PER UNA SCUOLA VERAMENTE DEI TERRITORI

Inizia la scuola oggi, in molte regioni italiane. Uncem ha fatto stamani in una nota gli auguri agli studenti, ai docenti, al personale, alle famiglie e anche ai Sindaci che molto hanno lavorato negli ultimi giorni per una efficace riapertura dei plessi in tempo di pandemia. È una ripartenza importante, significativa.

Le aree montane hanno un futuro solo con scuole all’avanguardia, sul modello di pezzi delle alpi centrali austriache, bavaresi e svizzere. Territori nei quali si investe sulla scuola anche con edifici che agevolino apprendimento in contesti belli, caldi, affascinanti, secondo metodi nei quali investire nella struttura, la disposizione di aule e corridoi, l’uso di materiali locali e l’alta efficienza sono decisivi anche per la formazione, in tutti gli ordini e gradi scolastici. In Italia, nelle zone montane, molto dobbiamo fare per essere migliori.

Senza formazione e senza far crescere il capitale umano non si va lontano.

Lo sanno bene nelle Valli di Lanzo. Per Lanzo, le Valli, per le comunità dei territori oggi, lunedi 13 settembre 2021, non è stato un giorno come gli altri. Perché a Lanzo arriva una grande novità che non deve passare sottotraccia, inosservata. Per chi come me ha frequentato l’Istituto Albert sa quanto si decisivo quel “polo formativo del fondovalle aperto alle valli”. L’avvio a Lanzo dell’istituto tecnico agrario è una grandissima opportunità. Apre una nuova stagione. Prima si andava a Pianezza, con non poca fatica per studenti e famiglie. Ora grazie alla Strategia Aree interne e alla determinazione di Tina Assalto, Gianluca Togliatti, Daniela Majrano e tanti amici Amministratori e non, l’Agrario è a Lanzo. È una scuola per il territorio quella che Giorgio Minissale, Dirigente scolastico immagina, con le serre idroponiche, i legami con le aziende agricole, le filiere al centro. Trentatre studenti domani partono con l’agrario. Il numero non è certo banale. È la prova dell’azione di una scuola che è realmente aperta ai territori e che fa bene ai territori.

Non solo. Lavorare sulle scuole vuol dire lavorare anche sui trasporti. Dai Comuni più in alto delle valli, per raggiungere istituti superiori e università, ci sono ore e ore di viaggi al giorno. Investiamo sui convitti, ai più sconosciuti, ma decisivi in tante parti di Alpi e Appennino. Investiamo sui trasporti. Giace ancora inattuato l’articolo 15 della legge 158/2017 sui piccoli Comuni che non a caso unisce i due temi. ‘Trasporti e istruzione nelle aree rurali e montane’, recita. Il Governo realizzi il ‘Piano per l’istruzione destinato alle aree rurali e montane, con particolare riguardo al collegamento dei plessi scolastici ubicati nelle aree rurali e montane, all’informatizzazione e alla progressiva digitalizzazione delle attività didattiche e amministrative che si svolgono nei medesimi plessi’. Forse i Ministri ignorano che questo articolo è legge. Diano un segnale oggi, in questo giorno di inizio delle lezioni così significativo. Legge è legge. E Uncem non può che chiederne l’attuazione. Sono già passati quattro anni, di inerzia. Non è decoroso e non è degno di un Paese che crede nei territori e guarda a come è fatto realmente. Il Governo sulle scuole nei piccoli Comuni delle aree montane non si giri dall’altra parte.

Buon primo giorno. Con questo auspicio

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