IL DIALOGO IN EREDITA’. DAVID SASSOLI

Nato nella Firenze di La Pira, David Sassoli ci lascia e ci precede nel giorno della festa di San’Igino.
La Pira, Giordani, Sassoli costruttori di Unità e di Fraternità.
Una grande eredità.

L’ho scritto l’11 gennaio 2022, ricordando David Maria Sassoli a poche ore dalla morte. E l’ho riletto molte volte, anche oggi, 14 gennaio, prima e durante il funerale. Ho incontrato il Presidente Sassoli in alcune occasioni, non molte, l’ultima il 24 gennaio 2020 (vigilia del primo lockdown e della pandemia), ad Assisi, Sacro Convento, alla presentazione del “Manifesto per un’Economia a misura d’uomo contro la crisi climatica”, che ho firmato con entusiasmo e riconoscenza all’amico Ermete Realacci che con altri lo ha voluto. Quel Manifesto – e l’intervento di Sassoli quel giorno, da vedere qui https://www.symbola.net/approfondimento/in-ricordo-di-david-sassoli/ – hanno tutto, dentro della Politica che serve oggi.

Scrivendo qualche giorno fa di una “grande eredità” che Sassoli lascia, ho pensato proprio a questo. Ai Politici, alla Politica, ovvero alle Donne e agli Uomini Nuovi che le Istituzioni devono far crescere e non disconoscere oggi. Così, ho letto sui giornali – come tutti – con grande emozione le tante attestazioni di stima, di affetto, di riconoscenza per Sassoli. Uomo del dialogo.

L’eredità è appunto quella del Dialogo, della forza del “farsi uno” con chi incontri, dell’ascolto senza distrazioni, dello slancio impegnato verso tutti e ciascuno, a partire da poveri e deboli. Dalla marginalità che continua a crescere. L’eredità della ricerca del bene comune, del creare, come Istituzioni, le condizioni affinché ciascuno possa realizzare la propria vocazione. Ci sono tante tante eredità e tanto è stato detto e scritto. Una cosa è certa. Il bene – l’amore, ha detto la moglie Sandra al termine del funerale – si moltiplica. E dopo la morte – mi hanno insegnato – resta solo l’amore. Dire il bene, come tanto è stato detto in questi giorni di David Maria Sassoli, aumenta il bene. Non certo a vantaggio di chi non c’è più, come ritiene qualche bigotta formula del suffragio. Ma serve per chi resta. Con quella presenza della persona che abbiamo amato – lo abbiamo sempre imparato, ai funerali a Vallo – che è solo diversa, è solo in altro modo.

E allora, l’eredità di Sassoli? Ciascuno la può scoprire, decifrare, comprendere, vivere. Guardo a me, giornalista e impegnato nelle Istituzioni. Ma di certo, penso che la grande eredità – per tanti e tante impegnate in Politica, in Parlamento, nel Governo – sia quello stile del dialogo che lui ci lascia. Dialogo strumento di fraternità. È un buon viatico già per il lavoro decisivo, così importante, che il Parlamento dovrà fare nelle prossime due settimane, seguendo il soffio della fraternità. Lo stile di Sassoli, l’amore di Sassoli per le Comunità, quella forza del dialogo per “dare regole e umanizzare il mondo globale, la visione sulla quale ci interrogheremo tutto questo secolo” è già nella sua grande “risposta alla vocazione politica, che  è anzitutto un atto di fraternità: si scende in campo, infatti, per qualcosa di pubblico, che riguarda gli altri, volendo il loro bene come se fosse il proprio”. È questa la sua grande eredità.

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